Depressione

Depressione: non v’è carceriere più crudele di sé stessi!

In Italia, circa 2 milioni di persone soffrono di depressione. Secondo le previsioni fatte dall’OMS, nel 2020 la depressione sarà la seconda causa di disabilità in tutto il mondo.

Le sindromi depressive colpiscono maggiormente gli anziani ed in particolare le donne tra i 40 ed i 50 anni.

L’utilizzo delle benzodiazepine nei disturbi d’ansia ci suggerisce quanto sia necessario ridurre l’attivazione generalizzata dell’organismo: infatti questi farmaci aumentano l’attività dell’acido Gamma Amino Butirrico (GABA) che è il neurotrasmettitore dell’inibizione, contrariamente ad altri, adrenalina e noradrenalina, che sono attivatori. Si induce, artificialmente, uno stato di rilassamento per aumento dei recettori del GABA che contrasta lo stato di attivazione del soggetto, provocando un abbassamento della tensione.

Che cos’è la depressione?

La depressione è un disturbo del tono dell’umore. Quando il paziente è depresso, il tono dell’umore perde la sua flessibilità e si fissa verso il basso. La persona diventa esageratamente pessimista, negativa ed apatica.

Sintomi

Nelle fasi iniziali il paziente sente l’incapacità di provare un’adeguata risonanza affettiva. Mentre nella fase più acuta il soggetto prova una profonda tristezza, dolore morale, forte senso di inutilità, disperazione, incapacità di provare gioia e piacere. Quello che prima sembrava semplice, diventa insormontabile. Nulla stimola interesse. Il paziente non prova affetto per i propri familiari, si sente arido, vuoto e non riesce a piangere.

Nei casi depressivi, spesso, sono frequenti:

  • i disturbi alimentari, come l’anoressia o la bulimia, che possono trasformarsi in vere e proprie emergenze mediche;
  • i disturbi del sonno, caratterizzati da numerosi risvegli o difficoltà ad addormentarsi.
  • Il rallentamento psicomotorio, con riduzione dei movimenti spontanei ed un irrigidimento della mimica, che determina un aspetto inespressivo;
  • un profondo senso di spossatezza, per cui diventa difficile intraprendere qualsiasi azione, anche la più semplice e consueta;
  • sentimenti di autosvalutazione e di colpa, accompagnati dal rimuginare incessante sui propri errori passati;
  • una ridotta attenzione, concentrazione e memoria;
  • l’incapacità di prendere qualsiasi tipo di decisione, anche la più semplice;
  • pensieri ricorrenti di morte.

Questi sintomi tendono ad accentuarsi durante la fase mattutina, in cui il soggetto si sente più angosciato. Mentre tendono a diminuire nelle ore serali.

Inoltre si tratta di un disturbo stagionale: le fasi più a rischio sono quelle primaverili ed autunnali. Non dimentichiamo che questa sintomatologia è soggetta, soprattutto, alle possibili ciclicità individuali.

Cause

Il disturbo depressivo è determinato da un insieme di fattori. Non si può parlare di vere e proprie cause ma di fattori scatenanti, che possono facilitare l’insorgere del disturbo. Vediamo i più frequenti:

  • Fattori ereditari: secondo alcuni studi è stata ipotizzata sia la responsabilità di un singolo gene dominante, che l’ereditarietà poligenica. Per ora si hanno solo idee contrastanti a riguardo, ma la ricerca continua a sperimentare e a studiare.
  • Temperamento: le caratteristiche temperamentali potrebbero favorire l’insorgenza e le ricadute depressive.
  • Eventi precoci: eventi esistenziali nell’infanzia, possono svolgere un ruolo importante nella genesi depressiva (es: perdita precoce dei genitori).
  • Circostanze di Vita avverse: fattori esterni esercitano la loro influenza sull’esordio dei primi episodi depressivi. Le circostanze esterne svolgono una funzione patogenetica, solo in soggetti predisposti a sviluppare la patologia depressiva.
  • Malattie/farmaci: ci sono alcune patologie ed alcuni farmaci che possono facilitare l’insorgere di tale disturbo.

Cura

La depressione può essere curata mediante la terapia psicologica e farmacologica.

Negli ultimi anni, si è dimostrata molto efficace la terapia cognitivo comportamentale. Il paziente viene aiutato a modificare, in senso propositivo, i propri pensieri negativi.

Una buona psicoterapia, invita la persona a riprendere gradualmente le attività che sono state abbandonate e a sviluppare comportamenti più funzionali per risolvere i propri problemi. La psicoterapia cognitivo-comportamentale si concentra sul presente, dando meno importanza alle esperienze passate, che possono essere motivo di disturbo.

Nella cura farmacologica, solitamente, vengono utilizzati farmaci antidepressivi (come la serotonina) ed ormoni tiroidei.

 

Dr. Alessandro Lizioli
Medico Psicologo clinico e psicoterapeuta Varese


Psicoterapeuta Varese

Medico Psicologo clinico e psicoterapeuta a Varese
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