HIV

HIV: gli effetti psicologici di una malattia incurabile

HIV Varese

Infezione HIV

Il virus dell’HIV è l’agente responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita, denominata AIDS.

Secondo le statistiche riportate negli ultimi 3 anni, circa 30 milioni di persone nel mondo sono affette dal virus. In Italia grazie all’introduzione delle nuove terapie antiretrovirali è stato possibile salvare molte persone, limitando notevolmente il numero dei decessi. In questo modo l’HIV si è evoluta da malattia fatale a malattia cronica.

Quali sono le Patologie psichiatriche associate al virus dell’HIV?

Il paziente sieropositivo può soffrire di:

  • pianto disperato;
  •  rabbia;
  •  incredulità;
  •  sconfitta;
  •  paura;
  •  ansia.

Scoprire di essere affetti da tale virus, significa sentirsi impotenti e schiacciati da qualcosa di troppo grande, contro cui non basta combattere, perché la vittoria è quasi del tutto impossibile. La malattia è come se esplodesse dentro il paziente, schiacciandolo giorno dopo giorno.

Il soggetto si pone delle domande, alle quali spesso non riesce a dare una risposta concreta. Si interroga sul proprio destino, sul perché di tutto ciò.

Il paziente inizia il percorso di cura, vivendo sospeso ad un filo, teso tra un Presente che fa da Carnefice ed un Passato che ne è la vittima. Un passato che racchiude tanti sogni, tante speranze, tanti progetti, che non è stato possibile concretizzare.  

La malattia è un evento di vita stressante che può mettere a dura prova le capacità di adattamento del singolo individuo. Adattarsi alla malattia, di cui si è portatori, richiede un immenso sforzo sia di tipo emotivo che fisico.

All’atto della diagnosi, il paziente può presentare diverse reazioni psicologiche, che creano uno stato di totale shock emotivo, correlato da una sintomatologia fisica:

  • pianto disperato;
  •  rabbia;
  •  incredulità;
  •  sconfitta;
  •  paura;
  •  ansia.

Da quel momento la Vita cambia radicalmente. Si impara a vivere il presente, senza pensare al proprio futuro; si intraprende un percorso terapeutico costante e a volte faticoso; si impara a convivere con il giudizio degli altri. Tutto questo è possibile, o meglio è più facile attuarlo, se si è seguiti da un bravo psicologo.

Lo specialista aiuta a non considerare l’accaduto come una punizione e a gestire la propria malattia, nel rispetto di sé stessi e degli altri. Spesso, la paura più grande è proprio quella di poter infettare le persone che si amano. C’è l’ansia per un rifiuto sessuale!

Il paziente tende a perdere gradualmente la propria autostima, la propria identità e la propria sicurezza. Alcune di queste reazioni possono essere momentanee, altre invece possono perdurare anche per tutto il decorso della malattia.

Terapia psicologica

Il paziente, solitamente, reagisce secondo due modalità:

  • Evitante: in questo caso si hanno alti livelli di preoccupazione riguardo alla propria salute e a quella degli altri. Il paziente tende ad essere particolarmente depresso e a soffrire di bassa autostima.

Oppure

  • Adattiva: i pazienti riescono ad attuare delle difese mentali, che permettono di superare i momenti più difficili.  Presentano un tono dell’umore nettamente migliore, sono meno preoccupati e soprattutto riescono a potenziare la propria autostima.

Il percorso psicoterapeutico aiuta il paziente ad accettare la propria malattia, adattandosi al suo nuovo stile di vita. Il risultato dipende molto dall’ambiente in cui si vive, dall’affetto delle persone care e dal proprio carattere. Oggi grazie alle moderne terapie e alle nuove scoperte farmacologiche, è possibile rinegoziare le proprie speranze nei confronti del futuro, cercando di salvaguardare la qualità della propria vita. È aumentata la possibilità di sopravvivenza, non si esclude la possibilità di vivere una vita “normale”, in cui è ancora possibile ricoprire un ruolo sociale dignitoso e forse chissà anche diventare genitori.

Molte persone sieropositive, pur sapendo le conseguenze negative dell’infezione, sostengono che il virus abbia cambiato in meglio le loro vite, perché hanno imparato ad assaporare l’essenza delle proprie giornate, a prendersi cura di sé stessi e a vedere il mondo con occhi totalmente diversi.

Dott. Alessandro Lizioli - Medico Psicologo clinico e psicoterapeuta a Varese

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Ultima modifica: 27/06/2016

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